Gli occhi dell'Usignolo sono grandi, magnetici e furbi. E anche un po' malinconici. L'usignolo si guarda intorno in cerca di sorprese e nell'attesa modula il suo canto, che è fatto di parole. Non sa dove le ha prese, ma si rincorrono una dietro l'altra, con qualche pausa, e un'incertezza, e un piccolo sussulto, perfino una sgrammaticatura. Catturano l'attimo blu del tutto e niente e lo dipanano nell'aria molle dell'estate come se fosse una cosa naturale. L'Usignolo è un poeta, e sa di esserlo.
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