mercoledì 12 agosto 2009

Il Giornale di Siracusa

Con le migliori intenzioni e con rinnovato entusiasmo per la stampa locale mi sono iscritta al gruppo fb relativo al "Giornale di Siracusa" e - ahimè - eccomi di nuovo a fustigare la suddetta stampa locale. Apro, prima di ogni altra, la pagina della cultura ed ecco cosa leggo (copia e incolla dell'articolo; titolo e autore riportati):


Suggestioni d'arte sotto il cielo stellato. Siracusa e i suoi monumenti by night
di Damiana Spadaro

Siracusa- Che l'estate sia un periodo magico, per molti denso di emozioni, lontani dalla routine del lavoro e del tram tram quotidiano, è un dato, sociologico e psicologico, diffusamente accettato.

Che la stagione del "sol leone" sia anche contrassegnata dalla possibilità di divertirsi, quando non anche scatenarsi allentando lievemente i freni inibitori, anche questo non ci vuole la psicologia per spiegarlo.

Ma che, sopratutto a Siracusa, si riesca a coniugare il chiaro di luna e il luccichio delle stelle, con una sana dose si romanticismo, ma soprattutto con la voglia di divulgare cultura e amore per il nostro patrimonio archeologico cittadino, questa faccenda appare meno scontata e banale ma, forse proprio per questo, sicuramente degna di interesse e attenzione.

Onore al merito dunque all'iniziativa di aprire anche di sera monumenti come il Teatro Greco, il Castello Maniace e, a Noto, la villa romana del Tellaro.



Glisso sul contenuto.
Glisso parzialmente sulla punteggiatura, convenzione ultimamente sottovalutata (il punto nel titolo è una mia inferenza; "dunque" è un inciso conclusivo: e proprio necessario privarlo delle virgole?)
Glisso sugli accordi imprecisi ("per molti denso di emozioni, lontani etc.": chi? i molti? le emozioni?) e sui ripetuti anacoluti ("anche questo non ci vuole la psicologia"; "che ... si riesca a coniugare ...: questa faccenda"), che fanno tanto comoda conversazione al bar, ma in una comunicazione giornalistica, anche la più disinvolta, non aiutano la chiarezza. A meno che non si possieda una raffinata abilità retorica, che in ogni caso non può precedere il solido dominio dello strumento linguistico.
Per quanto le espressioni idiomatiche siano mobili e multiformi, però, non ho mai sentito parlare di "tram tram quotidiano" (anche se, apparentemente tram tram/ tran tran è un'alternanza controverso), e giurerei che non esiste il "sol leone."
Ma dove sono finiti i benefici di una buona lettura?
Confido nella svista e/o nel refuso, e continuo a leggere in cerca di smentite (per le mie critiche, naturalmente).

Maggiori informazioni a http://www.giornaledisiracusa.it/cultura.html

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